Oggi ascoltavo un podcast di approfondimento sull’ antichissimo testo della Bhagavadgītā,  parte del glorioso poema epico denominato Mahābhārata considerato uno dei testi più sacri dell’induismo alla radice del pensiero yogico.

È un racconto che metaforicamente attraverso il dialogo fra Krishna e il soldato Arjuna vuole rispondere alle domande fondamentali dell’esistenza: chi sono, perché sono qui, qual è il mio scopo e come ottengo la felicità.

All’inizio del racconto Arjuna è pronto a combattere ma non appena scopre che l’esercito nemico è composto da membri della sua stessa famiglia entra in crisi.

Neil Batth, il commentatore, ci ricorda come spesso le persone possono avere la stessa formazione e istruzione ma poi ciascuno reagisce in maniera diversa alle situazioni poiché i nostri bias intervengono e ci influenzano nelle scelte. Il soldato Arjuna finché non era consapevole della natura del nemico era pronto e ben conscio delle sue capacità, ma poi appresa la realtà l’emotivitá entra in atto a frenarlo. Questo mi porta a pensare , così come Krishna ricorda ad Arjuna chi egli sia veramente e quale sia il suo dharma, il suo scopo nella vita, l’essere un soldato, un combattente, così  nel coaching il coach cerchi di aiutare il suo coachee a far emergere la sua vera e profonda identità, la sua essenza, la sua missione nella vita, che gli permetta così di trovare le giuste soluzioni ed eradicare le convinzioni che possono frenarlo.

Rispondere alle domande chi sono io? Qual è il mio scopo profondo, il mio dharma? Permette di collegarci alla nostra essenza e muoverci nella giusta direzione.

Ti sei mai chiesto quale sia il tuo scopo?